lunedì 25 giugno 2018

Recensione della seconda stagione di Luke Cage





No spoiler 


Il nostro Luke Cage ritorna dopo la serie di Defenders. La seconda stagione del nostro powerman di Harlem si è rivelata una vera sorpresa, molto di più rispetto alla prima, più introduttiva delle origini del protagonista. In questo secondo show si parte con un Luke Cage molto sicuro di sé, un personaggio pubblico di cui tutti parlano e attorno il quale nasce anche un vero e proprio merchandising con magliette e gadget vari. Ma le sicurezze di Luke non coincidono con quelle della sua ragazza Claire e della detective Misty Night, con un braccio in meno dopo gli eventi di Defenders. Entrambi i personaggi femminili hanno una certa difficoltà a riabituarsi a una vita normale per validi motivi. Claire non riesce a convivere con le certezze di Luke, mentre Misty prova a ritornare a lavoro tra mille difficoltà.





Ma le certezze di Luke vengono meno con l'arrivo ad Harlem di Bushmaster, un nuovo villain forte quasi quanto lui, per non parlare delle solite trame intessute dalla ex consigliera Mariah Dillard e del suo Shades, sempre nel mirino di Luke. 





Detto questo, mi fermo qui per arrivare alle conclusioni generali. Non è semplice riassumere in poche parole i 13 episodi di questa seconda. Posso dire di aver apprezzato tantissimo questo show, perché ha cercato di sviluppare il più possibile la storyline di tutti i personaggi, buoni o cattivi che fossero, introducendo delle novità, con collegamenti anche ai fumetti.





Inoltre, ho trovato molto interessanti i continui ribaltamenti e le alleanze più assurde che si sono venute a creare fino a una conclusione del tutto inaspettata. Sono rimasto davvero stupito, non mi aspettavo le tante migliorie apportate, tanto che aveva iniziato la visione di questa seconda stagione senza troppe aspettative, soprattutto dopo la seconda stagione di Jessica Jones, un po' troppo ripetitiva e sottotono a mio avviso. Luke, invece, è stato mostrato come un personaggio molto cresciuto, sempre in prima linea per combattere il crimine, arrivando spesso a compromessi difficili solo a pensarci. Qui entra in gioco anche la definizione di eroe mercenario, con chiaro riferimento ai fumetti. Anche gli altri personaggi ben figurano con tutte le loro motivazione di fondo, soprattutto i villains con il loro attaccamento subdolo all'onore e alla famiglia, di cui continuano a trascinarsi dietro colpe e tanto sangue. Consiglio questa seconda stagione, che si merita un bel 8, senza alcun ripensamento.

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