La nave spaziale di Balde atterrò su un pianeta dove c’era un enorme portone giallo conosciuto come l’Ingresso di sabbia.
Gli altri alieni a bordo
la fissarono contenti. «Siamo a casa finalmente, Nabiria!»
Balde sceso dalla sua
nave spaziale e scortato dalla sua squadra di ricercatori si avvicinò all’Ingresso di sabbia e i battenti si
spalancarono all’istante. Dopo averlo varcato l’alieno fu fermato da un robot
bianco, che scansionò tutte le parti del suo corpo per identificarlo.
«Agente, Ambasciatore
Overtan Balde, numero 1289 nell’Archivio Centrale di Nabiria» disse il robot
con voce lenta.
«Hai dimenticato il resto
e la lode!» lo canzonò Balde.
«Questi cosi devono
essere aggiornati, Capo!» Uno degli alieni al suo seguito indicò il robot.
«Sokolik…accompagnatore dell’Ambasciatore
Overtan Balde» esitò il robot. «Oh, dati non aggiornati da anni, uno»
Balde gli mostrò la
medaglietta di Sokolik che aveva in tasca.
Il robot la prese e la
scansionò.
«Leggila attentamente e
trattala con lode!» gli disse Overtan, divertito.
«Sokolik, creatura
niumana, assistente e agente numero 150 nella sezione animali accompagnatori e
non presente nella graduatoria annuale» lo identificò il robot.
«Stiamo aspettando troppo
tempo, Agente Identificatore» disse Balde indispettito.
«Sono spiacente mio
Signore, è il mio primo giorno di identificazioni» si scusò il robot.
Dopo aver passato i
controlli quotidiani, l’Ambasciatore
entrò in una struttura di ferro molto alta con grandi vetrate, affiancata da
altre simili. C’erano migliaia di alieni che andavano avanti e indietro e
occupavano diversi uffici.
Nabiria, conosciuto anche
come il Pianeta Neutro, era il pianeta degli accordi. Lì lavoravano migliaia di
ambasciatori provenienti da ogni parte dell’universo. Il tutto era gestito da
organizzazioni OAS (Organi di Accordi Spaziali) che unendosi avevano eretto un'unica
grande sede sul pianeta Nabiria. Esse sin dalla loro nascita avevano redatto le
Leggi Nabiriane. La sede detta anche Palazzo Neutro aveva al suo interno scuole
per addestrare i futuri ambasciatori, un museo dove erano custodite le Leggi
originali, un archivio dove venivano raccolti tutti gli accordi firmati nello
spazio, un’accademia di combattimento per perfezionare la difesa per eventuali
pericoli, gli uffici dove venivano impiegati tutti gli ambasciatori, il
Tribunale Nabiriano dove veniva giudicato chi non rispettava gli accordi imposti
da Nabiria, le Sale dell’Accordo dove si riunivano i capi di pianeti e
ambasciatori per stipulare trattati e infine le Sale del Concordo dove viveva
l’ Ambasciatore Primo, ossia il capo supremo del pianeta.
Per accedere al Palazzo
Neutro, gli alieni interessati dovevano superare dei test in cui venivano
selezionati per la conoscenza delle “Leggi Nabiriane Sulla Salvaguardia delle
Razze aliene e dei Territori Spaziali”, racchiuse in tavole composte di un
materiale fluorescente, custodite nel Museo Nabiriano.
Ogni anno venivano selezionati
cento futuri ambasciatori che venivano poi addestrati nell’arte oratoria e diplomatica
e perfezionavano le loro conoscenze con lo studio sull’intero universo.
Inizialmente il Palazzo Neutro di Nabiria era nato come sede neutrale per
incontri di capi di pianeti per firmare trattati e armistizi avvalendosi della
consulenza degli ambasciatori presenti sul pianeta. Ma spesso essi stessi venivano
inviati nello spazio con accordi stabiliti dagli Ambasciatori Supremi di
Nabiria per fermare conflitti tra razze aliene, laddove esse violavano le Leggi
Nabiriane. Ma spesso c’erano di mezzo interessi che riguardavano lo stesso
Pianeta Neutro che controllava sotto la propria giurisdizione più di cento
pianeti e stelle che si estendevano nella galassia in cui esso era situato “La
Perla Ombrata”.
Le Leggi Nabiriane erano
divise in due parti: Tutela di Nabiria e
Tutela universale delle razze aliene. Esse erano alla base di tutti gli
accordi che prima di essere approvati venivano consultati e riletti più volte
dai legislatori Nabiriani, che ogni giorno studiavano e miglioravano le leggi
secondo le nuove conoscenze acquisite nello spazio.
«L’accordo è stato
concluso, mio Signore!» disse Balde.
«Ben fatto, Ambasciatore!» si complimentò con lui
qualcuno.
«Mio Signore, posso
chiedervi perché i pianeti nabiriani forniscono armi ad altri molto distanti da
questa galassia?» chiese perplesso l’alieno.
«È sempre stato così!» si
limitò a rispondere l’altro.
La sagoma si voltò verso
Balde. Era un piccolo alieno grasso con la pelle grigia. Aveva una bocca larga,
orecchie a punta e sulla testa aveva dei rivestimenti dorati a forma di
tubicini.
Sorpreso, l’Ambasciatore notò delle fasce bianche
sulla pancia dell’altro che tendeva a nasconderle con le sue grandi mani. «Mio
Signore, ma com’è successo?»
«Sono inciampato
nell’Archivio l’altro giorno» rispose l’altro sdrammatizzando con una risata. «Sono
troppo pesante sia per le scale che per gli elevatori!»
Balde adocchiò sulla
scrivania una pergamena con un sigillo nero. Esso indicava l’alta difficoltà
nel consegnarla al destinatario. I colori dei sigilli indicavano la difficoltà
di una missione diplomatica. Quello verde indicava una facilità estrema, il
giallo una facilità media, il rosso una missione difficile e il nero una
missione da archiviare per l’impossibilità di portarla a termine. Salendo di
grado per gli ambasciatori aumentavano anche le difficoltà delle missioni
diplomatiche.
«Ambasciatore Primo a chi
è destinato questo sigillo nero?» chiese Balde incuriosito.
Quel colore era stato
inusuale negli ultimi anni per gli ambasciatori. E anche lui nella sua
decennale carriera non ne aveva visti così tanti. Erano rarissimi i sigilli
neri.
«Qualcuno ha rischiato la
vita per consegnarlo» rispose l’altro sconsolato.
«Permettetemi di portarlo
a destinazione!» disse Overtan.
«Fa pure Ambasciatore, ma fai attenzione a cosa
potresti incontrare!» lo avvertì il Primo.
«Siete
pronto a entrare in quel luogo?» chiese qualcuno.
«Sì Padrone, ma sarà
difficile non farsi notare dalla sicurezza» rispose un altro incerto.
«Trova
un modo per entrare in quell’edificio e portami ciò che voglio. Legislatore non
devi fallire!»
«Sarà fatto, Padrone!» si
inginocchiò un piccolo essere blu spaventato e accecato da una luce gialla da
cui proveniva una voce cupa.
«E
dimmi di quell’Ambasciatore che tutti acclamano!»
«Balde, mio Signore, il
suo nome è Overtan Balde, non è una minaccia per noi» rispose il legislatore
spaventato.
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