Oggi vi voglio parlare dello scrittore e artista Fabio
Lastrucci, figlio d’arte di Domenico Lastrucci. Ma non è finita qui. La storia
di Fabio è inevitabilmente legata anche a quella del fratello Paolo, fotografo
e scrittore di aforismi. Ma entrambi i fratelli hanno spesso collaborato
insieme unendo la loro immensa vena creativa. Ma ora dopo questa breve
introduzione lascio la parola a Fabio in questa intervista.
"HEY!" (2016) |
Fabio, parlaci di te, della tua
creatività. Quando è iniziato il tuo percorso artistico? Cos’è per te l’arte? E
la scrittura? Come si coniuga ad essa?
Insieme
ai miei fratelli siamo cresciuti tra i colori a olio di mio padre, apprezzato
ritrattista. Inevitabile non esserne condizionati, in direzioni diverse.
Abbiamo tutti e tre frequentato scuole artistiche, mantenendo un forte legame
con la pratica manuale dell’arte, come mio fratello Mauro, che riversa una cura
da artigiano nel suo lavoro di motion graphic designer.
"La Pulcipesca" - omaggio a Lele Luzzati (2016) |
Il
mio tragitto è piuttosto ramificato, passando dalla pittura al primo fumetto realizzato
nel ’87 per una compagnia teatrale di Napoli, poi per molti annimi sono
occupato di scultura e scenografia per la televisione e il teatro, mentre in
ambito artistico è nato il lavoro di gruppo con mio fratello Paolo (http://morbidiapprodi.wordpress.com)
con una ricerca derivata dalle nostre esperienze nella scultura per lo
spettacolo. In mezzo a tutto questo c’è sempre stato l’amore per la scrittura
che ho cominciato a pubblicare dal 2000 in poi, a cui si sono ri-aggiunti il
fumetto e l’illustrazione che sto riprendendo a praticare e a pubblicare da un
anno.L’arte
per me è una necessità da coltivare per crescere e scoprire nuovi territori, un
modo per andare incontro al mondo offrendogli ciò che di più prezioso si è
scavato dentro se stessi.
"Batman a Bisanzio" (2013) 65,5 x 45,5 cm. |
Scrivere,
di tutti i mezzi, è il più diretto e veloce, oltre che il più intimo. Da sfogo
senza limitazioni a qualunque fantasia, permette di rileggere e dar forma a qualunque
esperienza vissuta, nutrendosi del bagaglio visivo accumulato nelle varie
pratiche artistiche.
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Di
cosa parlano i tuoi libri?
Non c’è un argomento unico, ma di certo una predominanza del fantastico, anche nelle storie a carattere più realistico o sociale come “Precariopoli”, il mio primo romanzo breve, dove il protagonista precario trova lavoro vincendo un concorso per titolista di film porno. “L’estate segreta di Babe Hardy” è una dark-comedy ambientata nella Hollywood degli anni ’30 che mescola orrore e comicità, mentre “Il ritorno dell’Arcivento” è un ciclo fantasy per ragazzi, dominato da figure femminili, dove l’intelligenza e l’umanità sbaragliano qualsiasi scontro, senza armi né violenza.
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L’ultimo
uscito è una raccolta di racconti editi e inediti, “Da zero a infinito”, in cui
l’immaginazione viaggia libera toccando tasti emotivi molto diversi, dal dramma
alla commedia, con una trasversalità che passa dalle atmosfere borghesiane del
racconto che da il titolo alla raccolta, all’horror “sociale” de “Il noviziato
del comando” o il grottesco puro di “Loro”, la storia di una fallimentare
invasione aliena a Napoli.
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In
generale che riscontro ha l’arte nella realtà campana?
Napoli è una città molto viva e ricca di fermenti, che
trovano in parte uno sbocco negli spazi istituzionali (come il Madre, o il Pan)
e presso le tante gallerie. Come sempre è difficile per le realtà emergenti
avere degli spazi adeguati e trovo preziosa in questo senso l’attività di spazi
alternativi al sistema, come la struttura “Sarajevo supermarket”, centro
polivalente di Giovanni Franco e Sabrina Cardone Vitiello, che fa convivere il
rigore delle proprie scelte con una grande apertura a ogni manifestazione culturale
e artistica.
"Tempo inverso" (2017) |
Progetti
futuri? Mostre? Dove possono seguirti gli appassionati d’arte o i potenziali
lettori?
Il
panorama artistico è un continuo “work in progress”, passibile di mutamenti
repentini e occasioni inaspettate. Al momento, il nostro duo prospetta di
partecipare a una delle prossime collettive della galleria “Le 4 pareti”, di
Via Fiorelli, galleria con la quale abbiamo avuto modo di esporre nel corso
dell’anno, sia a Napoli che a Ischia.
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Riguardo la scrittura, è in corso di editing il saggio “Com’era weird la mia valle”, scritto con Vincenzo Barone Lumaga per la Milena edizioni di Napoli, che per entro dicembre sarà reperibile in libreria, più avanti seguirà l’uscita del fantasy “La febbre di Cariath”, sequel de “Il ritorno dell’Arcivento”, sempre con la stessa casa editrice, un romanzo young-adult di cui ho curato anche le 20 illustrazioni interne.
"Alla ricerca della felicità" (2013) |
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