mercoledì 4 aprile 2018

Recensione di Easy, un viaggio facile facile






Regista: Andrea Magnani
Durata: 91 minuti
Genere: Commedia
Uscita: 31 Agosto 2017
 


Questa è la storia di Isidoro, detto Easy, un ragazzo obeso, secondo figlio di una famiglia rumena, che si è abbandonato alla vita tra depressione e psicofarmaci, dopo anni trascorsi come campione di go-kart. Il fratello maggiore gli affiderà un incarico, ossia trasportare un morto in un carro funebre fino all’ucraina. Easy accetta e nel suo viaggio dovrà affrontare tante peripezie, incontrando così molti personaggi.





Il film è di un realismo quasi “surreale” si potrebbe dire, in quanto per il protagonista il tempo sembra fermarsi, fornendogli un punto di vista nuovo in cui tutto, a mio avviso, è più rallentato, proprio come la sua vita attuale. Infatti, tutto si svolge attraverso i suoi occhi ed il regista è abile a mostrarci tutto questo con scene secche, congeniali al personaggio e anche molto divertenti a vedersi. Quindi ciò che ho potuto trovare in questo film è anche una forte contrapposizione nel personaggio stesso, tra velocità e lentezza, che rappresentano due periodi diversi della sua vita.






Infatti, il mondo appare lento nel suo scorrere, come se fosse proprio Easy a dettare il tempo, anche quello delle persone che incontra lungo il suo cammino. E quando accelera al volante della sua vita, cambia tutto e il film ci mostra proprio questo: un personaggio dinamico, in crescita, che con i suoi modi di fare bizzarri e sinceri, inizia ad avere consapevolezza anche di se stesso fino ad arrivare alla meta, alla fine del film, cosa che lui aveva dimenticato fosse ancora possibile, dopo aver abbandonato il mondo delle gare.





Inoltre, nel film si evincono anche alcune tematiche relative alla sfera familiare, in cui Easy è in un certo senso succube dei modi di fare del fratello e della madre, che tendono ad essere iperprotettivi, imponendogli soprattutto una dieta drastica, che lui rifiuta sistematicamente. E anche qui, il protagonista dimostra di essere alienato dalla realtà, trovando la routine ferma e statica, sintomo di come il suo malessere lo spinga a rifiutarla, in quanto a suo modo di vedere è tutto così inconsistente per i suoi attuali bisogni interiori.Durante il suo viaggio Easy si ritroverà sempre da solo con la bara del morto, che imparerà a conoscere strada facendo, riuscendo in un certo senso a dialogare con lui nel silenzio e con la sua forte dedizione nel portare a termine l’incarico affidatogli dal fratello.




Questo film non è per niente un viaggio “facile facile”, come contrariamente suggerisce il titolo, ma è fortemente introspettivo, in cui lo spettatore vi si cala con una certa leggerezza per arrivare a comprendere ogni scena, ogni ambientazione e i personaggi che fanno solo da contorno al protagonista. Consiglio la visione di questo film a mio avviso molto bello, che regala scene veramente uniche e molto divertenti anche nella loro interpretazione.


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