lunedì 28 maggio 2018

Brano tratto da "Est locus" di Cristina Colace, in omaggio alla storica tratta Avellino- Rocchetta Sant'Antonio





Buonasera a tutti, ritornano i contenuti speciali sul blog. Ancora una volta la giovanissima autrice irpina Cristina Colace, ci regala scampoli della sua poetica prosa, tratta da Est Locus, suo racconto finalista al Campiello Giovani 2018. Ma l'autrice ha voluto arricchire le sue parole con delle considerazioni che riguardano l'inaugurazione di domenica 27 maggio della storica tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta, a cui è ispirato il brano del racconto.


"Il fischio invade l’aria frizzante del mattino. Turbini di foglie arse dai colori caldi danzano sui binari, ignare di quanto stia per succedere. Il treno avanza lentamente, lo stridere del ferro sembra un lungo, interminabile sospiro di sollievo. I bambini, incuriositi, schiacciano i teneri nasi e le manine contro il vetro dei finestrini. Sulla banchina scoppia un applauso commosso: la ferrovia rinasce, risplende, brulica di vita nuova. “In carrozza!” grida emozionato Giuseppe, amplificando la voce rauca col palmo della mano. Le parole di Dora gli tornano alla mente e lo fanno sorridere, volge lo sguardo al cielo sperando che, dovunque lei sia, lo stia guardando. Stavolta non interromperà alcun addio, alcun bacio appassionato, ma solo l’euforica attesa di scoprire quanto questa nostra Irpinia abbia ancora da offrire.
Non c’è un luogo. È il luogo."
(EST LOCUS, PREMIO CAMPIELLO GIOVANI 2018)






L'avevo immaginata così, quell'attesissima giornata primaverile in cui alla nostra comunità sarebbe stato restituito il primo tassello di ottocentesca modernità. Ed ora, rileggendo(mi) dopo aver compiuto questo viaggio a metà fra il paesaggio e l'interiorità, tra il passato ed il presente, sento di aver dato il mio minuto contributo a tutto questo. Perché è così che l'avevo immaginata. Spero che le mie righe immature, inesperte, abbiano aiutato a restituire alla nostra linea irpina lo spazio che merita. C'è ancora tanta strada da fare (...E non è un gioco di parole!), sarà necessario informare e pubblicizzare, organizzare gli eventi, curare i dettagli, coinvolgere ancora di più, ma possiamo festeggiare, per ora, la prima di una lunga e desiderata serie di conquiste.
Ciascuno può scegliere di fare la rivoluzione a suo modo: io ho scelto di farla con le parole, scrivendo. Eppure mi sento di ringraziare chi l'ha fatta concretamente, con le azioni, con le mani. Grazie per questo viaggio, a nome mio, della mia famiglia, ma soprattutto dei miei nonni. Perché erano seduti sul treno sorridenti e commossi, accanto a me. Innamorati quanto me di questa terra.


Cristina Colace

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