Salve a tutti, oggi vi
presento l’autore napoletano Giuseppe Chiodi e il suo “Cuore di Tufo” un
romanzo che racchiude al suo interno miti e credenze della tradizione
partenopea. Ma senza troppi indugi, passo subito la parola a lui.
Ciao Giuseppe, parlaci di
te e della tua passione per la scrittura. Come hai iniziato? Aneddoti e ricordi
particolari da raccontarci?
Ciao Francesco. Grazie
dell’ospitalità!
Credo di aver iniziato a
scrivere a diciotto anni. Alcuni romanzi che avevo letto da ragazzo mi avevano davvero
scosso e, col tempo, capii di voler creare anch’io qualcosa di emozionante,
interessante… sconvolgente.
Ciò che mi colpì, in
particolare, fu il potere che alcuni libri esercitarono sulla mia percezione
della realtà. In altre parole, il modo in cui mi fecero cambiare punto di
vista. Il modo in cui mi sensibilizzarono. Anch’io volevo essere capace di
tanto. E lo voglio tutt’ora.Oggi non potrei vivere
senza la scrittura. Sarei come un pupazzo senz’anima. Scrivere mi fa sentire orgoglioso,
realizzato… reale. Non potrei mai provare tali sensazioni facendo altro. Prendo
il mestiere sul serio, come ben sa chi mi conosce.
Ricordo quando completai
il mio primo romanzo e gli insulti che mi beccai dall’editor a cui lo inviai:
faceva davvero schifo. Ma mi fu di lezione! Iniziai a studiare, a leggere i
manuali e mi iscrissi a un corso di narrativa. Da allora iniziò tutto per
davvero. Ora sto scrivendo la mia quinta opera e sono migliorato tantissimo.
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