mercoledì 25 luglio 2018

Intervista a Daniele Amitrano





Salve a tutti, oggi vi presento l’autore Daniele Amitrano. Lascio subito a lui la parola nell’intervista che segue.


Ciao Daniele com’è nata la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad essa?

La mia passione per la scrittura penso sia congenita. Si è manifestata in maniera vigorosa nella primissima adolescenza, quando ho iniziato a scrivere poesie, prose e ho abbozzato anche un paio di romanzi, che non ho mai inviato ad alcuna casa editrice e che, a rileggerli adesso, mi sembrano davvero acerbi.Un ricordo che assume particolare connotazione col fatto che io poi abbia scritto dei romanzi, è rappresentato dal dono che ho avuto già a tre anni di saper leggere e scrivere. Spesso ai miei genitori non chiedevo un giocattolo in regalo, ma un quaderno e una penna. E vi passavo le ore.


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Di cosa parlano i tuoi libri?

Il primo, “Figli dello stesso fango”, è un romanzo di formazione che tratta il tema del disagio giovanile nelle sue varie sfaccettature: dalla droga all’incomunicabilità, dal senso di ribellione verso le figure istituzionali alle prime pulsioni amorose.
Il secondo, “La bambina che urlava nel silenzio”, è un giallo, in cui un ispettore apre un’indagine su un suicidio che a tutti appare scontato, indirizzato da una bambina che gli compare in sogno, lanciandogli un messaggio enigmatico e premonitore.


Hai presentato i tuoi libri anche nelle scuole. Raccontaci un po’ questa tua esperienza. Com’è stato incontrare dei ragazzi? Qual è il messaggio che ti senti di lasciare alle nuove generazioni?

Una sensazione bellissima. Quello che desideravo fare fin da quando ho iniziato a scrivere “Figli dello stesso fango”, ossia parlare ai giovani, lasciandogli un messaggio di speranza, perché nella vita tutti hanno il diritto di sbagliare e di provare a vivere ed emergere nel contesto sociale, ma senza tralasciare quelli che sono i valori che devono essere portanti per diventare un adulto per bene: la legalità, il senso della famiglia, del sacrificio e dell’amicizia.




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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?

Di provare, provare e non smettere mai. Tanto sognare non costa nulla.


Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.

Pagina Facebook:Daniele Amitrano Autore

Instagram: @amitranodaniele


Ringrazio Daniele per averci concesso un po' del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.

venerdì 20 luglio 2018

Intervista a Cristiana Meneghin





Salve a tutti, oggi vi presento l’autrice Cristiana Meneghin. Lascio subito la parola a lei nell’intervista che segue.


Ciao Cristiana, com’è nata la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad essa?

Buongiorno a tutti e ringrazio per questo spazio.La mia passione per la scrittura è nata per caso più o meno tre anni fa, ovviamente ho sempre letto, studiato, scritto temi, ma mai fino al 2016 mi ero cimentata nel creare una trama tutta mia.Poi un giorno, osservando un video musicale di FedEx e Mika dal titolo “Beautiful disaster”, ha preso vita una storia nella mia mente e in due anni siamo arrivati alla creazione del terzo volume della saga che porta il titolo di “Le Gemme dell’Eubale”.In questi tre anni non sono più riuscita a smettere di scrivere, non c’è giorno in cui io non mi metta davanti al mio portatile e incida il nero sul bianco.


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Di cosa parla il tuo libro?

“Ananke” e “Artemisia” sono i primi due volume della saga “Le Gemme dell’Eubale” e uno è il continuo dell’altro.Si tratta di una storia che alcuni hanno definito distopica, altri un New adult, altri paranormal romance.Per me riunisce e supera tutti e tre questi generi travalicando i loro confini.È ambientata in un futuro a noi prossimo 2032, in una terra mutata per via delle radiazioni emanate da un meteorite di nome Eubale che sarebbe dovuto cadere sul nostro pianeta a Gennaio 2018.L’abbiamo scampata bella!I superstiti di questo impatto vivono in una situazione di costante pericolo per via delle creature pericolose che abitano il nostro mondo e i due protagonisti Arhon e Ambra si trovano catapultati in una ricerca dei sei frammenti che, con l’impatto del meteorite con la Terra, si sarebbero sparsi per il mondo. Da qui il titolo: Le Gemme dell’Eubale.Queste Gemme sono di un’importanza fondamentale, perché potrebbero cambiare le sorti dell’umanità.


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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?Di leggere tanto, l’unico modo per far galoppare la fantasia è nutrirla e i libri sono il suo cibo.
Presentazioni, eventi e progetti futuri.
Nel mio futuro c’è sicuramente la pubblicazione del terzo romanzo della saga che è in corso di stesura e ha già un titolo Eros.


Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.

Non sono molto social, ma potete trovarmi qui: Cristiana recensore autrice. 


Ringrazio Cristiana per averci concesso un po’ del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.


mercoledì 18 luglio 2018

Intervista a Giorgia Vasaperna






Salve a tutti oggi vi presento l’autrice Giorgia Vasaperna. Conosciamola meglio in questa intervista. 


Ciao Giorgia, come nasce la tua passione per la scrittura? Aneddoti e ricordi particolari legati ad essa?

La mia passione nasce dall’amore per la letteratura. A nove anni, mentre tenevo in mano un libro di Moony Witcher, ho realizzato che volevo raccontare le mie storie. Dalla trilogia, come scrittrice, ho imparato soprattutto a essere paziente: la prima bozza non è mai perfetta, bisogna lavorare molto e non perdersi mai d’animo. Il ricordo più lampante è di certo quello legato alla parola “fine”: ho pianto per ore!
 

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Di cosa parla il tuo libro?

Se vogliamo analizzare il primo volume, Like Lions, direi che è un romanzo sì urban fantasy, ma che tratta principalmente la scoperta di se stessi. Avril ha molto da imparare, non è mai stata a contatto con altre persone all’infuori della sua stramba famiglia e deve capire come funziona il mondo. 


Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?

Non avere fretta. La storia, pian piano, prenderà forma. Non la forzare, lascia che a guidarti sia lei e non sbaglierai. Oh, e affidati a un agente letterario. Saprà consigliarti e dirigerti in questa folle avventura!   



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Presentazioni, eventi e progetti futuri.

Per ora non ho in programma nessun evento, ma ho qualche progetto:1) Pubblicare l’ultimo volume della trilogia, The Diary Of Jane;2) Pubblicare “L’assassino che donava girasoli ai cadaveri” con la Dark Zone;3) Completare il dattiloscritto su cui sto lavorando da circa un anno e mezzo.Insomma, continuerò a fare quello che mi piace… e, come ama ricordarmi una persona che conosco, “finché la barca va, lasciala andare”. Vedrò col tempo a cosa mi porterà la vita. 


Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.

Potete seguirmi sulla mia pagina Facebook (Like Lions Book) oppure su Instagram (giorgia vasaperna). Ringrazio Francesco Ambrosio per avermi ospitata nel suo blog!
 

Ringrazio Giorgia per averci concesso un po’ del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.


martedì 17 luglio 2018

Buoni sforzi del cinema italiano, "Io c'è" e "Contromano", due commedie che indagano sulla realtà italiana





E capita che in un solo giorno io scopra due chicche del cinema italiano, contro il quale si ha sempre la tendenza a muovere critica. A mio parere, c'è cinema e cinema e se ci si fermasse solo a tutto ciò che impone la pubblicità di sicuro non saremmo ripagati con prodotti di qualità. L'Italia è sempre stato visto come un paese dalla mentalità arretrata anche in campo artistico, ma non mancano ventate di freschezza che soprattutto mirano a portare la commedia cinematografica a un livello superiore e anche più intelligente, mettendo a nudo le problematiche di una società come la nostra, dove in un modo o nell'altro c'è chi guadagna sulle disgrazie altrui. Ecco, proprio per uscire da questo clima bipolare tra il drammatico troppo cinico e tormentato e il comico del già visto e della banalità, c'è una nuova generazione di registi giovani che preferisce la via di mezzo: un cinema divertente ma profondo e ragionato al tempo stesso, ben radicato nella complessità della società italiana di oggi.La telecamera stessa non è più concentrata solo sui personaggi o legata al loro compiacimento positivo o struggente esistenza, ma valorizza gli oggetti, il paesaggio, la realtà e i contesti veri in cui si muovono le persone. La realtà che circonda i personaggi li caratterizza e li trasforma nel bene e nel male. Non è più il personaggio il soggetto, ma la radice da cui è nato. Ed è questa una profondità capace di trasmettere una visione a 360 gradi del nostro paese, con una prospettiva per il futuro, soprattutto per le nuove generazioni, che cercano di emergere dal contesto precario in cui vivono. Ovviamente qui si parla di sforzi cinematografici, un qualcosa di nuovo che non sempre riesce in toto, ma che è comunque apprezzabile per le tematiche trattate e i toni con cui vengono portare su schermo, senza mai esagerare.

I due film di cui vi parlerò oggi sono figli di questo lieve cambiamento che sta intraprendendo il cinema italiano e sono "Io c'è" e "Contromano". Andiamo a scoprirli nel dettaglio.










Regista: Alessandro Aronadio
Genere: commedia
Data di uscita: 29 marzo 2018





Dopo la trilogia di successo "Smetto quando voglio", l'attore Edoardo Leo ritorna sullo schermo con una performance, forse meno comica, ma molto interessante. In questo "Io c'è" interpreta Massimo, che gestisce un bed and breakfast di famiglia lasciatogli in eredità dal defunto padre. Ma purtroppo per problemi economici, dovuti anche le tasse da pagare allo stato per mantenere in piedi questa attività, Massimo Alberti arriva sull'orlo del fallimento. Cosicché, incuriosito dal successo di un convento vicino nell'attirare sempre più fedeli, trova un modo rischioso e folle per risollevare l'attività di famiglia dalla crisi. Con l'aiuto della sorella Adriana( Margherita Buy) e dell'amico scrittore Marco ( Giuseppe Battiston) Massimo decide di inventare una nuova religione lo "Ionismo" per aggirare lo stato italiano e portare avanti il suo bed and breakfast come una comunità. Alla porta di Massimo busseranno tante persone in difficoltà, in cerca di speranza e soluzione ai loro problemi. Ovviamente non mancheranno le prime difficoltà, soprattutto per quanto riguarda l'adattamento di Massimo a questa nuova vita, ma rimarrete sorpresi dalla piega che prenderà il film.






Il film è molto fluido in tutti i passaggi e delinea uno spaccato di vita italiana in cui si incontrano difficoltà economiche di ogni tipo, una crisi che ormai al giorno d'oggi porta molti esercizi commerciali alla chiusura. Ma il giovane regista Aronadio mischia le carte in tavola con una commedia che tende a crescere di livello fino alla fine, in cui si dissolvono le poche battute del film in una drammaticità tangibile che vivono i personaggi, per una scelta coraggiosa ma anche rischiosa. Qui si critica la chiesa, esente dal pagamento dell'imu e altre tasse, dei privilegi che gode in virtù di questo.




Ma forse ciò che più emerge da questa pellicola è la fragilità delle persone che non sanno più a cosa credere e hanno bisogno di fiducia, di speranza, soprattutto dopo aver bussato alla porta di tante religioni senza trovare risposte per la propria vita. Il protagonista accoglie queste persone, offrendo una semplicità di valori che loro stessi ignoravano d'avere. Così nasce il suo "Ionismo", il guardare dentro se stessi come in uno specchio, per ritrovare la propria volontà, il proprio Dio. La truffa messa in scena da Massimo si rivela non solo una carta vincente, ma il motore che conduce il protagonista stesso a un cambiamento introspettivo. Questa è una commedia che vive un profondo mutamento dei toni fino alla fine, consigliata a chi ama le storie originali e dai risvolti inaspettati. 




Regia: Antonio Albanese
Genere: Commedia
Data di uscita: 29 marzo 2018



Negli ultimi tempi la cronaca italiana sta portando sempre di più alla ribalta il problema dell'immigrazione. In questa commedia l'attore e regista Antonio Albanese interpreta un altro personaggio che vive una diversa crisi economica dovuta al sempre ingente flusso di immigrati che arrivano in Italia. Mario Cavallaro è un cinquantenne che gestisce un negozio di calze, un'attività ereditata dal padre, che purtroppo è in forte crisi a causa di un immigrato che negli ultimi tempi vende la stessa merce fuori dal suo negozio. Un giorno Mario, non potendo più sopportare questa situazione, decide di rapire l'extracomunitario per riportarlo a casa, nel suo paese. Ma proprio mentre sta per raggiungere il suo obiettivo, Mario si fa sfuggire la situazione di mano e la storia inizia a prendere una piega decisamente diversa e anche più interessante, aggiungerei.





In questa commedia Antonio Albanese interpreta un personaggio della vecchia generazione italiana, statico che non vede alcuna prospettiva per il futuro. Ma nonostante tutto, Mario ad un certo punto si prende la briga di dire basta e di cambiare finalmente le cose con una decisione forte e rischiosa. Con il passare del tempo il suo essere apertamente razzista si tramuta in qualcosa di diverso, in un'umanità insperata che lo porta a cambiare come persona. Il problema economico, l'immigrazione e il trovare una propria identità e terra: sono questi i temi scottanti e sempre più attuali messi in scena nel film. Una chiave di lettura nuova porta il protagonista a intraprendere un vero e proprio viaggio per risolvere il problema dell'immigrazione, ma la posta in gioco diventa sempre più alta e rende il film ancora interessante, fino alla fine. Questa è una pellicola gradevole e originale in cui si ha il coraggio di osare, prendere decisioni estreme, senza temerne le conseguenze, con la consapevolezza che se si vogliono migliorare le cose in un paese bisogna partire da ogni singolo individuo, prima della collettività.  

lunedì 16 luglio 2018

Pe’ vicarielle ’e Napule, poesia di Gianluigi Martone




Pe’ vicarielle ’e Napule






Si tu sapisse, quanti vvote

so’ passato ’a lloco…

pecché si chesti pprete putessero parlà,

dicessero nu sacco ’e verità.

Embè, ’a storia ’e sta città

sta scritta dinte ‘e vvene ’e chesti mura…

e si tu ce pienze,

io nun so’ nisciuno,

ma’me sento nu rrè.

Quanno cammino pe’ strade ’e Napule,

’E vvote nun me n’’addono,

me pare ’e sunnà cu’ l’uocchie apierte

cu ’o core arravugliato

’int’e cuperte ’e ll’ammore,

pecché tu hê sapè, ca io so’ figlio

’e ’sti mura fatte ’e storia,

canzone appassiunate, e malincunie.

Passa ’o tiempo, e comme passa,

ma Napule è sempe ’a stessa:

è bella, ricca ’e suonno e sentimente.

Napule te fa mbriacà ’e sole,

te fa nnammurà ’e mare,

te dà speranza, fantasia e nustalgia,

pecché ’a gente ’e sta città vive d’alleria.

Pirciò, astrignimmece tutte quante

comm’’a na vota, vulimmece bene,

pecchè Napule è bella, e nun more.



Gianluigi Martone



Intervista a Filippo Semplici




Salve a tutti, oggi vi presento l’autore Filippo Semplici. Lascio subito a lui la parola nell’intervista che segue.

Ciao Filippo, com’è nata la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad essa?
La mia passione è nata da piccolo, quando ho iniziato a leggere Edgar Allan Poe. Fu un colpo di fulmine. Capii in quel momento che adoravo aver paura, ma che allo stesso tempo mi sarebbe piaciu-to procurarne, a mia volta. 
Il primo racconto che scrissi era una ghost story che nessun editore oggi vorrebbe mai pubblicare, e l’aneddoto più divertente che ricordo è che una volta terminata, provai a rileggerla e, nel buio della stanza e della sera, riuscii a spaventarmi. 

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Di cosa parla il tuo libro?
Di libri ne ho scritti quattro, ma ti parlerò dell’ultimo, intitolato “Il faro”, un horror con cui ho voluto omaggiare uno dei maestri del brivido che più di tutti hanno contributo alla mia formazione, H.P. Lovecraft. Il libro parla di un giovane disoccupato, che accetta un incarico di sei mesi su un’isola deserta, come guardiano del faro. Partirà quindi con tutta la famiglia, solo per ritrovarsi intrappolato in un incubo allucinante e senza via d’uscita. In questo libro esploro il terrore psicologico, la paura della solitudine e dell’ignoto, senza versare nemmeno una goccia di sangue.
Ci tengo anche a precisare che il mio ultimo thriller “Ti guarderò morire”, proprio in questi giorni, ha ricevuto l’attenzione di un grande editore, e sto aspettando di vedere cosa succederà. Incrociamo le dita!

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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?
Se ti riferisci allo scrivere, mi sento di dare solo un prezioso consiglio: leggere. Leggere tanto e molto, perché se non si legge, non si scrive, c’è poco da fare. Diffido sempre degli autori che dicono di scrivere libri, ma di non essere grandi lettori, perché è una contraddizione inaccettabile.
Se invece ti riferisci allo scrivere thriller e horror, posso solo dire che le storie che cerchiamo, anche le più spaventose, sono tutte intorno a noi. E a volte, la realtà supera la fantasia.

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Presentazioni, eventi e progetti futuri.
Attualmente sto lavorando al seguito di “Ti guarderò morire”, che ha ricevuto un buon interesse, e un ottimo riscontro da parte di critica e pubblico. Sto partecipando a tre concorsi letterari, tra cui Il Gran Giallo di Cattolica (in collaborazione con Mondadori), e ho da poco firmato per una pubblicazione cartacea de “Il faro”, con un secondo editore. Quindi non posso lamentarmi.


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Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.
Innanzitutto ti ringrazio per lo spazio che mi hai dedicato. Invito tutti a visitare il mio blog Nero su bianco dove effettuo recensioni e interviste ad autori emergenti, oltre a proporre articoli sulla scrittura creativa.
Potete trovarmi su FB: Filippo semplici. Nero su bianco.
Twitter: Scrivoebloggo.
Su Google: Filipposemplici.
Su Instagram: filipposemplici.

Ringrazio Filippo per averci concesso un po’ del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.


venerdì 13 luglio 2018

Intervista a Daniel Di Benedetto





Salve a tutti, oggi vi presento l’autore Daniel di Benedetto. Lascio subito a lui la parola nell’intervista che segue.


Ciao Daniel, com’è nata la tua passione per la scrittura? Ricordi e aneddoti particolari legati ad essa?

Ciao a tutti! La passione per la scrittura è nata e cresciuta di pari passo con quella per la lettura. Con l'adolescenza, il bisogno quasi fisico di scrivere le mie emozioni, i miei pensieri e tutto quello che poteva assomigliare a uno sfogo propedeutico a farmi sentire bene con me stesso è cresciuto fino a diventare quasi fame d'aria.
Ho iniziato giocando con la metrica, come se inventassi testi di canzoni, per poi lasciare spazio libero a qualcosa che poteva somigliare (da lontano) a poesia. A poco a poco, dopo quaderni zeppi di pensieri e parole, sono passato dalla poesia alla prosa, con racconti brevissimi pubblicati su un blog personale che aggiornavo quasi ogni giorno (formalmente quel blog è ancora attivo, ma non scrivo da anni oramai).
Da lì, affinando la tecnica e conoscendo persone meravigliose come Francesca Pace e Valerio La Martire, ho compreso che forse qualcosa da dire potevo averla anche io (bello o brutto non sta a me dirlo, però qualcosa c'è).
Un aneddoto particolare? Mi piace ricordare come alcune delle persone che mi leggevano essenzialmente sul blog, ora siano miei lettori assidui delle storie che metto su carta, dandomi consigli (e anche stroncandomi, se qualcosa non incontra il loro gusto). La vedo un po' come un trait d'union con quello che scrivevo prima.


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Di cosa parla il tuo libro?

IL SENSO DELLA COLPA, l'ultimo nato tra le mie creature, è un libro di narrativa che parte però con un attacco spiccatamente noir. Il ritrovamento di un cadavere in una stanza d'albergo. A ritrovare il corpo nudo e senza vita di Anna è un maresciallo dei Carabinieri, Giuseppe Occhipinti, che fino a qualche mese prima era un po' il mentore della ragazza. Un migliore amico, un padre o un fratello maggiore, quei rapporti borderline che non hanno confini ben definiti. Giuseppe ha visto crescere Anna in molti modi, proteggendola da tante cose e lei, nonostante tutto, negli ultimi tempi si era allontanata.
Da qui però il libro si dipana in un doppio canale, a binari paralleli. Il lato narrativo e introspettivo prende senza dubbio il sopravvento, raccontando lo struggimento da parte del maresciallo, che si chiede se forse non sia un proprio fallimento il non essere riuscito a proteggere fino in fondo la sua protetta. Mentre dall'altro lato, si cerca di rivivere gli ultimi istanti della vita della ragazza, secondo il punto di vista di diversi personaggi che capitolo dopo capitolo si alternano a raccontare i fatti, ricostruendo la vicenda come tessere di un puzzle dai mille incastri.


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Cosa ti sentiresti di consigliare a chi ha la tua stessa passione?

Suggerisco di leggere tanto, tantissimo. Non necessariamente testi classici o mostri sacri del genere a voi più congeniale. È bene saper variare, ma è più importante riuscire a creare un intreccio degno di questo nome, rendendo credibili i personaggi e non tratteggiandoli esagerando con i cliché, per non farli diventare macchietta. E poi provare, provare e ancora provare. I “No” fortificano, abbattono il morale in un primo momento e forse vi faranno accarezzare l'idea di non aver nulla da dire, di mollare tutto. Perseverate e ascoltate anche (anzi soprattutto!) i consigli e le critiche, da quelle più costruttive finanche alle cattiverie gratuite. Da tutti c'è da imparare. Lo sbaglio più grande e ahimé più comune che si fa è quello di sentirsi i migliori dell'universo. Quando poi basta un semplice editor che vi “smonta” uno scritto (badate bene, un editor serio vi proporrà solo suggerimenti per migliorare il vostro testo, senza cambiare di propria sponte il senso di quanto avete scritto) per farvi andare su tutte le furie, come fosse lesa maestà. Credetemi, non è proprio così che funziona. Bisogna saper collaborare, avere l'umiltà e la consapevolezza che tutto è sempre migliorabile. Quando poi troverete la vostra strada, tutto sarà più semplice.


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Presentazioni, eventi e progetti futuri.

L'estate passerà tranquilla. A giorni arriverà la ristampa di IL SENSO DELLA COLPA, che sarà disponibile sul sito della casa editrice, oltre agli store digitali e (su ordinazione) in tutte le librerie italiane.
A luglio, ma la data è ancora da confermare, sarò alla Biblioteca di Cumiana (TO), insieme con un altro autore della zona, a presentare i nostri libri. A settembre invece mi troverete alla fiera del libro di Firenze, per poi andare all'autunno con altri appuntamenti come il Romics o la fiera Più Libri Più Liberi a Roma. Tutti sotto l'egida della Dark Zone!


Dove possono seguirti i lettori? Scatena tutti i tuoi social.

Sono su Facebook, sia con il profilo personale che con quello autore (I libri di Daniel).Mi trovate anche su Twitter, come @DanielHalfangel.Poi su Instagram, anche qui in doppia versione: halfangel81 è il profilo personale, mentre quello autore, collegato alla pagina Facebook, ha lo stesso nome della pagina (i libri di Daniel). 


Grazie dell'attenzione, vi aspetto... e non dimenticate, nel bene e nel male, nel caso in cui decidiate di leggere le mie storie, di lasciarmi un commento, un pensiero, un feedback. Per noi autori emergenti, le vostre impressioni sono importantissime!

Sorridete, sempre.Daniel 


Ringrazio Daniel per averci concesso un po' del suo tempo e vi rimando al prossimo articolo.

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