Salve a tutti, oggi vi presento l'autore Claudio Bolle, con la sua trilogia "L'impero d'acciaio". Conosciamolo meglio attraverso le sue parole.
Ciao Claudio,
parlaci di te e della tua passione per la scrittura. Di cosa parlano i tuoi
libri?
Non ho un’estrazione umanistica, per quanto abbia
sempre letto molto.
All’inizio è stato il bisogno di scrivere una storia
che avevo in testa, la passione per la scrittura è arrivata poi, credo assieme
a un affinamento del mio stile.
La storia si basava sull’impatto che dei nostri
contemporanei, dotati di buone conoscenze tecniche, avrebbero potuto avere
sull’impero romano. Per una serie di motivi, ho scelto il primo secolo della
nostra era, durante il regno di Tiberio.
Nella Trilogia “L’impero d’acciaio” e in particolare
nel primo volume narro come i quattro protagonisti siano fortunosamente arrivati
indietro nel tempo, dei loro timori per trovarsi in un’epoca così diversa, per
quanto non del tutto estranea.
Faranno appello alle loro doti migliori, tenteranno di
non pensare di essere dei profughi senza radici e useranno le loro abilità per
arrivare a contatto con Tiberio, circa un anno prima dell’avvelenamento del
figlio Druso.
Da quel momento, la storia racconta di come
riusciranno, tra mille ostacoli, a portare innovazioni tecnologiche e
soprattutto organizzative importanti.
La Trilogia, che non è che il primo ciclo della Saga,
punta su questi aspetti, trovando modo di descrivere la società del tempo, con
dei paralleli con la nostra. Niente vicende militari, niente battaglie, solo
attentati e lotte con coloro che vorrebbero ostacolare l’innovazione.
Una delle loro reazioni al trasferimento temporale,
definitivo e ineluttabile, sarà quella di entrare in pieno nel clima licenzioso
dell’epoca, dando a tutti i tre romanzi un’accentuata nota piccante. Ma è anche
attraverso tali incontri che nascono e si cementano amicizie.
Le vicende prenderanno una piega più militaresca, se
così posso dire, a partire dal secondo ciclo.
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